CBD nella cannabis
Il termine cannabinoidi naturali o meglio fitocannabinoidi (CBD nella cannabis) si riferisce ad un centinaio di molecole terpenoidi contenute nella pianta della cannabis il cui uso per scopi medicinali risale ad almeno 3.000 anni fa. Il fitocannabinoide più studiato è il delta9 tetraidrocannabinolo (THC) responsabile delle proprietà psicoattive della pianta tramite attivazione dei recettori degli EC. Questa caratteristica costituisce il più grosso limite al suo utilizzo terapeutico. Lo studio delle proprietà farmaco- tossicologiche degli altri fitocannabinoidi è ancora all’inizio, eccezion fatta per il cannabidiolo (CBD).Vedi articolo SICAM
CBD nella cannabis condivide molte delle proprietà farmacologiche del THC ma non ha proprietà psicoattive e riduce gli effetti psicotropi del THC. Il CBD ha una bassa affinità per i recettori degli EC ma possiede la capacita di interagire con più bersagli moleco42 lari e grazie a questa sua peculiare caratteristica può modulare diversi aspetti in genere presenti nelle fasi avanzate delle malattie.
Questo meccanismo “multitarget” sembra essere comune anche ad altri fitocannabinoidi “non THC” ma si hanno ancora poche evidenze sperimentali che ne suggeriscono l’utilizzo. L’utilizzo di trinciati grossolani di piante non controllate (cannabis terapeutica) espone l’organismo all’azione di molti fitocannabinoidi con esiti variabili e non sempre prevedibili.
È quindi necessario riuscire a standardizzare e determinare almeno il contenuto di THC e di CBD.